Margherita Lipinska Polonia, 1964
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Margherita LipinskaAres, 2024Acrylic on brocade canvas157 x 136 cm
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Margherita LipinskaDea Fortuna, 2024Acrylic on brocade canvas157 x 136 cm
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Margherita LipinskaAntinoo, 2023Acrylic on velvet canvas143 x 150 cm
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Margherita LipinskaHermes, 2023Acrylic on brocade canvas187 x 140 cm
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Margherita LipinskaMedusa, 2023Acrylic on jute canvas100 x 125 cm
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Margherita LipinskaAchille, 2022Acrylic on velvet canvas144 x 118 cm
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Margherita LipinskaDomus Aurea "Pantheon", 2022Acrylic on velvet canvas158 x 130 cm
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Margherita LipinskaMedusa, 2022Acrylic on brocade canvas140 x 146 cm
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Margherita LipinskaMinerva, 2022Acrylic on brocade canvas142 x 126 cm
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Margherita LipinskaMinerva, 2022Acrylic on jute canvas142 x 126 cm
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Margherita LipinskaUlisse, 2022Acrylic on canvas123 x 95 cm
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Margherita LipinskaVenere di Capua, 2022Acrylic on canvas113 x 95 cm
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Margherita LipinskaCavalli di Tarquinia, 2020Acrylic on velvet canvas156 x 136 cm
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Margherita LipinskaUlisse, 2020Acrylic on velvet canvas136 x 100 cm
Margherita Lipinska è nata nel 1964 in Polonia, nel 1989 ha conseguito la Laurea in Pittura all’Accademia delle Belle Arti di Danzica.
Nel 1991-92 ha proseguito gli studi a Roma avendo conseguito una borsa di Studio presso L’Università La Sapienza.
Dal 1991 vive a Roma dove svolge l’attività artistica.
L'artitsa definisce la sua pittura come un'indagine sul tempo ed un relazionarsi con il presente nella consapevolezza dell’appartenenza della cultura occidentale alle radici greco-romane.
L’arte antica e il mito creano un terreno rassicurante dove l'artista può svolgere le proprie ricerche artistiche di fronte ad un presente pieno di incertezze.
Attraverso l’uso di supporti insoliti come velluto, juta, cartone riciclato e colori vivaci Lipinska crea una contaminazione che si sovrappone alle immagini classiche. Grandi formati e tele morbide, a volte senza telai, danno un aspetto fresco ed informale alle immagini rappresentate che spesso sono rappresentazioni molto conosciute di sculture famose.
In questo modo si compie una dissacrazione dell’oggetto antico ma senza distruggere la sua bellezza e la sua perfezione, le sculture ritratte diventano contemporanee e rappresentano non altro che noi stessi. L’uso di immagini famose, già familiari allo spettatore, crea un linguaggio comune facilitando l’inizio del dialogo.
Nel suo lavoro vuole dare voce alla stupefacente attualità della storia e dell’arte antica. Crede che la nostra contemporaneità sarebbe molto più povera se non continuassimo a confrontarci con l’epoca classica.