Gianfranco Meggiato Italia, 1963

Opere
Biografia

Gianfranco Meggiato nasce il 26 agosto 1963 a Venezia dove frequenta l’Istituto Statale d’Arte studiando scultura in pietra, bronzo, legno e ceramica. Nella sua opera Meggiato guarda ai grandi maestri del 900: Brancusi per la sua ricerca dell’essenzialità, Moore per il rapporto interno-esterno delle sue maternità e Calder per l’apertura allo spazio delle sue opere. Lo spazio, infatti, entra nelle opere di Meggiato e il vuoto diviene importante quanto il pieno.
Infatti l’essenziale è invisibile agli occhi, gli ideali, i sentimenti, i sogni non li puoi toccare, li puoi solo vivere. L’artista modella le sue sculture ispirandosi al tessuto biomorfo e al labirinto, che simboleggia il tortuoso percorso dell’uomo teso a trovare sè stesso e a svelare la propria preziosa sfera interiore. Meggiato inventa così il concetto di “introscultura” in cui lo sguardo dell’osservatore viene attirato verso l’interiorità dell’opera, non limitandosi alle sole superfici esterne.

Artista internazionale dal 1998 partecipa a mostre e fiere in Italia e nel mondo (USA, Canada, Gran Bretagna, Danimarca, Germania, Belgio, Olanda, Francia, Austria, Svizzera, Spagna, Portogallo, Principato di Monaco, Ucraina, Russia, India, Cina, Emirati Arabi, Kuwait, Corea del Sud, Singapore, Taipei, Hong Kong, Australia).

Nel 2011 e 2013 viene invitato alla Biennale di Venezia nei padiglioni nazionali.

Dal 2017 decide di trattare temi a carattere scientifico e sociale mediante la messa in opera di grandi installazioni pubbliche con opere monumentali:
“Il Giardino delle Muse Silenti” (Catanzaro 2017) simbolicamente posto a difesa dei nostri valori e della nostra cultura dal terrorismo.
“La Spirale della Vita” (Palermo 2018) all’interno di Manifesta 12, dedicata alle vittime innocenti di mafia.
“Il Giardino di Zyz” per Matera Capitale Europea della Cultura (2019), ha voluto essere un punto di incontro tra culture spesso in contrasto fra loro nella logica che tutto è uno.
“L’Uomo Quantico, non c’è futuro senza memoria” (2021) con una grande mostra personale con opere monumentali presso la Valle dei Templi di Agrigento nel tentativo di cercare il punto di contatto tra archeologia, filosofia e fisica dei quanti.
“La Spirale della Vita” (2022). l’installazione per il comune di Prato e il museo Pecci che ha visto una riproposizione dell’installazione dedicata alle vittime innocenti di mafia.

Queste installazioni gli valgono il PREMIO ICOMOS-UNESCO ”che gli viene conferito per aver magistralmente coniugato l’antico e il contemporaneo in installazioni scultoree di grande potere evocativo e valenza estetica”

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